“LA MIA FAMIGLIA E ALTRI ANIMALI” è un breve e delicato cortometraggio animato che affronta il tema della “famiglia allargata”, una realtà diffusa che molti ragazzi si trovano a dover affrontare.
Ponendosi dal punto di vista di un ragazzino, la breve storia ripercorre la nascita e la trasformazione di un nucleo familiare da famiglia tradizionale ad appunto “famiglia allargata”.
Il giovane protagonista, narratore fuori campo, presenta con entusiasmo i suoi genitori, racconta del loro incontro sentimentale, della gioia di essere diventati genitori e della meravigliosa armonia nella quale lui si ritrova a vivere per un breve tempo prima che scure nubi si addensino sulle loro teste e il disamore prenda il sopravvento conducendo all’inevitabile separazione di mamma e papà.
Da questo momento, il racconto descrive il disagio interiore del ragazzino che, come prima reazione, prova un opprimente senso di colpa temendo di essere lui la causa della rottura tra i genitori. Sentirsi in colpa, farsi carico del dolore della fine, non sapere più dove andare né cosa fare, sono purtroppo i sentimenti tipici che i figli di separati provano.
Questa storia suggerisce alcuni spunti di riflessione affinché diventino strumenti di supporto al disagio vissuto.
Innanzitutto il dialogo, la necessità di esprimere le paure, la ricerca del confronto e del conforto dei genitori, l’accettazione del fatto che i ragazzi non sono ancora in grado di capire le ragioni e le dinamiche che muovono le azioni dei “grandi”.
Poi la rassicurazione: l’affetto che unisce i componenti della famiglia non muta e non si disperde col disfacimento della famiglia intesa come struttura tradizionale. L’affetto è un sentimento che sopravvive e può alimentarsi anche al di fuori dei luoghi deputati.
Infine l’accettazione del cambiamento come dato di realtà. Nella seconda parte della storia, i genitori si ricostruiscono una nuova vita con altri compagni, visti inizialmente con diffidenza e via via accettati in quanto portatori sani di valori propri. Si configurano situazioni nuove, l’arrivo di una nuova sorellina e la presenza di un fratello acquisito che fanno nascere inizialmente nel protagonista un sentimento della gelosia e la paura di essere escluso.
Ed è proprio la somma di tutte queste “difficoltà” e il loro superamento progressivo attraverso, il dialogo, la comprensione delle situazioni e l’accettazione delle novità come elementi di arricchimento, che ci portano allo scopo finale di questo racconto: l’idea di famiglia come luogo degli affetti, al di là delle convenzioni sociali e culturali.
Abbiamo voluto inserire ulteriori spunti interessanti: cenni sulle diverse personalità dei protagonisti, la mamma bella anche se un po’ grassoccia perché non esiste uno stereotipo unico di bellezza, il papà musicista amante della musica rock che vive seguendo le proprie passioni, la fidanzata di papà infermiera che dedica la propria opera ad aiutare gli altri, il fidanzato della mamma di un altro Paese perché si può amare qualcuno culturalmente molto diverso da noi accettandone le differenze intese come ricchezze, il fratello acquisito, qualcuno che condivide col protagonista solitudine e paure, fino alla sorpresa finale: il misterioso ragazzino che cela il suo volto sotto il grande cappello, è orientale, si chiama Chang ed è stato adottato.
La famiglia perde così il suo significato normativo per abbracciare una visione di più ampio respiro, dove l’amore esiste perché esistono tenerezza, rispetto e fiducia.